Locke e Hume
Locke e l'indagine critica delle facoltà conoscitive
Gli esiti della sua indagine portano il filosofo alla constatazione che, essendo l'intelligenza limitata dall'esperienza, all'essere umano non è consentito fare arbitrarie costruzioni concettuali che la oltrepassano.
Egli afferma che:
- nella mente non ci sono idee innate
- di conseguenza tutte le nostre idee provengono dall'esperienza: dall'esperienza esterna derivano le idee di sensazione e dalle esperienza interne derivano le idee di riflessione.
- sensazione e riflessioni soo le nostre uniche due fonti di conoscenza
1)Idee semplici: sono le uniche idee che l'esperienza ci fornisce, sono ricevute passivamente dall'intelletto.
2)Idee complesse: sono prodotte dall'attività del nostro intelletto, che riunisce, collega, confronta le idee semplici. Esempio: l'idea di sostanza
Locke e la concezione dello stato
- Il potere politico si fonda sul consenso dei cittadini.
- Gli uomini sono illuminati da una legge naturale di carattere razionale, che li porta a godere del diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà.
- Contratto sociale: patto di unione gli individui si riuniscono in società
patto di sottomissione i cittadini si assoggettano ad un governo sovrano
HUME E GLI ESITI SCETTICI DELL'EMPIRISMO
Lo scozzese David Hume afferma che tutta la nostra conoscenza si basa su impressioni e idee che il nostro intelletto unisce in configurazioni in virtù della memoria e dell'immaginazione.
Quest'ultima non è totalmente libera, in quanto procede secondo il principio di associazione.che a sua volta agisce sulla base di tre criteri: somiglianza, contiguità e causalità.
La nostra mente associa le idee che si presentano simili o legate da un nesso causa effetto.
Hume critica il concetto di causa. Secondo lui la casualità non ha un valore oggettivo,ma è frutto della nostra abitudine.
L'esperienze è quindi da attribuire a un attitudine soggettiva, dall'abitudine deriva poi la credenza.
Per ciò che riguarda la dimensione etica, Hume è convinto che non esistano valori assoluti cui fare riferimento e che la morte debba poggiare sul criterio empirico dell'utilità sociale.
Hume ammette l'esistenza di un senso morale che garantisce la possibilità di individuare principi etici condivisibili.
Gli esiti della sua indagine portano il filosofo alla constatazione che, essendo l'intelligenza limitata dall'esperienza, all'essere umano non è consentito fare arbitrarie costruzioni concettuali che la oltrepassano.
Egli afferma che:- nella mente non ci sono idee innate
- di conseguenza tutte le nostre idee provengono dall'esperienza: dall'esperienza esterna derivano le idee di sensazione e dalle esperienza interne derivano le idee di riflessione.
- sensazione e riflessioni soo le nostre uniche due fonti di conoscenza
1)Idee semplici: sono le uniche idee che l'esperienza ci fornisce, sono ricevute passivamente dall'intelletto.
2)Idee complesse: sono prodotte dall'attività del nostro intelletto, che riunisce, collega, confronta le idee semplici. Esempio: l'idea di sostanza
Locke e la concezione dello stato
- Il potere politico si fonda sul consenso dei cittadini.
- Gli uomini sono illuminati da una legge naturale di carattere razionale, che li porta a godere del diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà.
- Contratto sociale: patto di unione gli individui si riuniscono in società
patto di sottomissione i cittadini si assoggettano ad un governo sovrano
HUME E GLI ESITI SCETTICI DELL'EMPIRISMO
Lo scozzese David Hume afferma che tutta la nostra conoscenza si basa su impressioni e idee che il nostro intelletto unisce in configurazioni in virtù della memoria e dell'immaginazione.
Quest'ultima non è totalmente libera, in quanto procede secondo il principio di associazione.che a sua volta agisce sulla base di tre criteri: somiglianza, contiguità e causalità.
La nostra mente associa le idee che si presentano simili o legate da un nesso causa effetto.
Hume critica il concetto di causa. Secondo lui la casualità non ha un valore oggettivo,ma è frutto della nostra abitudine.L'esperienze è quindi da attribuire a un attitudine soggettiva, dall'abitudine deriva poi la credenza.
Per ciò che riguarda la dimensione etica, Hume è convinto che non esistano valori assoluti cui fare riferimento e che la morte debba poggiare sul criterio empirico dell'utilità sociale.
Hume ammette l'esistenza di un senso morale che garantisce la possibilità di individuare principi etici condivisibili.
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