Kant e i nuovi compiti del pensiero
La funzione rivoluzionaria del pensiero di Kant
Kant è uno dei massimi esponenti del pensiero occidentale.
Alla sua opera si attribuisce una funzione rivoluzionaria
analoga a quella della teoria copernicana Kant infatti capovolge
i rapporti tra soggetto e oggetto nell’ambito del processo conoscitivo
assegnando un ruolo fondamentale al primo nell’elaborazione
dell’esperienza.
L’autore esamina le condizioni che rendono possibile la conoscenza
e l’esperienza estetica. Egli ritiene che la filosofia sia un’attività di
ricerca che non dà nulla per scontato e che sottopone tutto al vaglio
critico della ragione.
L’indagine sulla ragione
Si tratta di una questione che il filosofo affronta nella prima delle sue
critiche in cui indaga a fondo il rapporto tra la conoscenza sensibile e
quella razionale. Il filosofo istituisce un processo alla ragione per vagliare
le fonti da cui possiamo validamente attingere le nostre conoscenze e stabilire al tempo stesso i limiti. Kant osserva che la scienza produce conoscenze affidabile in quanto si basa su giudizi sintetici a priori.
L’atto conoscitivo interviene due aspetti:
• un contenuto empirico, costituito dalle impressioni sensibili derivanti dall’esperienza
• delle forme a priori, la modalità con cui la mente umana ordina e unifica tali impressioni
Ora quindi è la realtà che si deve adeguare alle facoltà umane attraverso cui è percepita e ordinata
La forma della conoscenza
Kant analizza le due forme valide di conoscenza: quella sensibile e quella intellettiva rispettivamente nelle due parti della critica della ragion pura. Le forme a priori della sensibilità vengono individuate nello spazio nel tempo.
La sensibilità costituisce il primo gradino della conoscenza ma per ottenere la conoscenza autentica dobbiamo spingerci oltre per indagare una facoltà superiore: il pensiero, il quale si articola a sua volta in intelletto e ragione. È grazie all’attività sintetica dell’intelletto che gli oggetti danno da noi intuiti sulla base della sensibilità vengono ulteriormente unificate attraverso i concetti puri o categorie.
L’io penso
Per giustificare la legittimità dell’applicazione delle Categorie dell’intelletto ai dati dell’esperienza il filosofo ricorre all’io penso la suprema funzione sintetizzatrice. Senza l’ io penso l’uomo avrebbe rappresentazioni confuse e disperse che inoltre non potrebbe riferire a se stesso.
Il problema della morale nella critica della ragione pratica
Secondo il filosofo il criterio dell’azione risiede nell’uomo e in particolare in una legge morale iscritta nel suo animo quale fatto della ragione incondizionato universale che si impone come un dovere. Distinguendo tra imperativi ipotetici e imperativi categorici Kant sostiene che la morale si fonda solo e unicamente su questi ultimi.
L’etica kantiana prescrivere solo la forma delle azioni morali, che pur essendo tali devono corrispondere al principio di universalizzazione. Kant amplia tale principio attraverso tre celebri formulazioni dell’imperativo categorico:
1) agisci soltanto secondo quella massima che al tempo stesso puoi volere che divenga una legge universale
2) agisci In modo da trattare l’umanità sia nella tua persona sia in quella di ogni altro
3) Agisci in modo tale che la volontà in base alla massima possa considerare contemporaneamente se stessa come universalmente legislatrice
Una conseguenza importante della fondazione della morale sulla ragione è il fatto che perfino la religione ne risulta condizionata. Le principali credenze religiose infatti, cioè l’esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima, coincidono in definitiva con i postulati della ragion pratica.
La critica della ragion pura:
↓ ↘
Afferma che: Sostiene che:
Occorre condurre un analisi I giudizi si distinguano in tre tipologie:
sui fondamenti della conoscenza -Analitici, il predicato esplicita il contenuto del sog.
Al fine di ↓ -Sintetici a posteriori,il predicato aggiunse novità al sog
Appurare quali -Sintetici a priori, accrescono il sapere sono le funzioni Nei giudizi sintetici a priori possiamo distinguono:
di possibilità ↓ l'aspetto materiale l'aspetto formale
le impressioni sensibili la modalità con cui la che il soggetto riceve dalle esperie mente ordina le impressioni
La dottrina degli elementi
Estetica trascendentale: studia le conoscenza sensibile, la quale è attiva e passiva al tempo stesso.
Riceve dall'esperienza i dati percettivi e li organizza secondo due forme a priori:
- spazio, la forza del senso esterno
- tempo, la forma del senso interno
Logica trascendentale: è suddivisa a sua volta in analitica trascendentale e dialettica trascendentale.
- l'analitica trascendentale studia la facoltà dell'intelletto. Consente di identificare le intuizioni sensibili sotto 12 categorie. La legittimità della loro applicazione è giustificata con la deduzione trascendentale secondo cui tutto il processo conoscitivo è fondato sull'io penso il legislatore della natura inteso come realtà fenomenica distinta dalla realtà noumenica.
- La dialettica trascendentale studia la ragione e cerca di superare i limiti dell'esperienza attraverso:
1. l'unificazione dei dati del senso interno, l'idea dell'anima
2. l'unificazione dei dati del senso esterno, l'idea del mondo
3. l'unificazione dei dati nel senso interno ed esterno, l'idea di Dio

Kant è uno dei massimi esponenti del pensiero occidentale.
Alla sua opera si attribuisce una funzione rivoluzionaria
analoga a quella della teoria copernicana Kant infatti capovolge
i rapporti tra soggetto e oggetto nell’ambito del processo conoscitivo
assegnando un ruolo fondamentale al primo nell’elaborazione
dell’esperienza.
L’autore esamina le condizioni che rendono possibile la conoscenza
e l’esperienza estetica. Egli ritiene che la filosofia sia un’attività di
ricerca che non dà nulla per scontato e che sottopone tutto al vaglio
critico della ragione.
L’indagine sulla ragione
Si tratta di una questione che il filosofo affronta nella prima delle sue
critiche in cui indaga a fondo il rapporto tra la conoscenza sensibile e
quella razionale. Il filosofo istituisce un processo alla ragione per vagliare
le fonti da cui possiamo validamente attingere le nostre conoscenze e stabilire al tempo stesso i limiti. Kant osserva che la scienza produce conoscenze affidabile in quanto si basa su giudizi sintetici a priori.
L’atto conoscitivo interviene due aspetti:
• un contenuto empirico, costituito dalle impressioni sensibili derivanti dall’esperienza
• delle forme a priori, la modalità con cui la mente umana ordina e unifica tali impressioni
Ora quindi è la realtà che si deve adeguare alle facoltà umane attraverso cui è percepita e ordinata
La forma della conoscenza
Kant analizza le due forme valide di conoscenza: quella sensibile e quella intellettiva rispettivamente nelle due parti della critica della ragion pura. Le forme a priori della sensibilità vengono individuate nello spazio nel tempo.
La sensibilità costituisce il primo gradino della conoscenza ma per ottenere la conoscenza autentica dobbiamo spingerci oltre per indagare una facoltà superiore: il pensiero, il quale si articola a sua volta in intelletto e ragione. È grazie all’attività sintetica dell’intelletto che gli oggetti danno da noi intuiti sulla base della sensibilità vengono ulteriormente unificate attraverso i concetti puri o categorie.
L’io penso
Per giustificare la legittimità dell’applicazione delle Categorie dell’intelletto ai dati dell’esperienza il filosofo ricorre all’io penso la suprema funzione sintetizzatrice. Senza l’ io penso l’uomo avrebbe rappresentazioni confuse e disperse che inoltre non potrebbe riferire a se stesso.
Il problema della morale nella critica della ragione pratica
Secondo il filosofo il criterio dell’azione risiede nell’uomo e in particolare in una legge morale iscritta nel suo animo quale fatto della ragione incondizionato universale che si impone come un dovere. Distinguendo tra imperativi ipotetici e imperativi categorici Kant sostiene che la morale si fonda solo e unicamente su questi ultimi.
L’etica kantiana prescrivere solo la forma delle azioni morali, che pur essendo tali devono corrispondere al principio di universalizzazione. Kant amplia tale principio attraverso tre celebri formulazioni dell’imperativo categorico:
1) agisci soltanto secondo quella massima che al tempo stesso puoi volere che divenga una legge universale
2) agisci In modo da trattare l’umanità sia nella tua persona sia in quella di ogni altro
3) Agisci in modo tale che la volontà in base alla massima possa considerare contemporaneamente se stessa come universalmente legislatrice
Una conseguenza importante della fondazione della morale sulla ragione è il fatto che perfino la religione ne risulta condizionata. Le principali credenze religiose infatti, cioè l’esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima, coincidono in definitiva con i postulati della ragion pratica.
La critica della ragion pura:
↓ ↘
Afferma che: Sostiene che:
Occorre condurre un analisi I giudizi si distinguano in tre tipologie:
sui fondamenti della conoscenza -Analitici, il predicato esplicita il contenuto del sog.
Al fine di ↓ -Sintetici a posteriori,il predicato aggiunse novità al sog
Appurare quali -Sintetici a priori, accrescono il sapere sono le funzioni Nei giudizi sintetici a priori possiamo distinguono:
di possibilità ↓ l'aspetto materiale l'aspetto formale
le impressioni sensibili la modalità con cui la che il soggetto riceve dalle esperie mente ordina le impressioni
La dottrina degli elementi
Estetica trascendentale: studia le conoscenza sensibile, la quale è attiva e passiva al tempo stesso.
Riceve dall'esperienza i dati percettivi e li organizza secondo due forme a priori:
- spazio, la forza del senso esterno
- tempo, la forma del senso interno
Logica trascendentale: è suddivisa a sua volta in analitica trascendentale e dialettica trascendentale.
- l'analitica trascendentale studia la facoltà dell'intelletto. Consente di identificare le intuizioni sensibili sotto 12 categorie. La legittimità della loro applicazione è giustificata con la deduzione trascendentale secondo cui tutto il processo conoscitivo è fondato sull'io penso il legislatore della natura inteso come realtà fenomenica distinta dalla realtà noumenica.
- La dialettica trascendentale studia la ragione e cerca di superare i limiti dell'esperienza attraverso:
1. l'unificazione dei dati del senso interno, l'idea dell'anima
2. l'unificazione dei dati del senso esterno, l'idea del mondo
3. l'unificazione dei dati nel senso interno ed esterno, l'idea di Dio


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